“Big data è il termine usato per descrivere una raccolta di dati così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione di valore.(fonte Wikipedia).
Ma come vengono raccolti i dati e soprattutto come possono essere utilizzati anche da piccolissime aziende finanche da attività commerciali per migliorare la conoscenza del proprio mercato di riferimento ed approcciare piccole campagne di webmarketing?
Nell’attuale sistema economico, particolaremente complesso e difficile da prevedere, le grandi aziende si affidano ad un’attenta analisi dei dati e delle informazioni inerenti sia il mercato di riferimento che i territori nei quali eventualmente investire.
Le procedure per l’interpretazione dei dati raccolti sono ovviamente complesse e costose, ma assolutamente necessarie per determinare la realizzazione di un investimento come può essere l’apertura di una nuova stazione di rifornimento carburanti piuttosto che un centro commerciale.
La maggior parte dei dati necessari per l’analisi sono forniti a pagamento da aziende specializzate anche se una buona quantità di big data sono disponibili gratuitamente come ad esempio quelli di fonte pubblica.
Questa metodologia permette alle grandi aziende di ridurre il margine di “errore” nell’investimento da effettuare, riducendo di molto il rischio economico.
Perchè questa metodologia non può essere utilizzata, anche se su scala ridotta, dalle micro imprese, specialmente da quelle retail?
La stima della domanda potenziale, del bacino di utenza, della concorrenza, sono “big data” in scala ridotta che permettono di analizzare le reali potenzialità di un esercizio commerciale, supportando l’imprenditore nella decisione di aprire un nuovo negozio in un’area specifica della città.
L’analisi dei dati non deve però fermarsi al momento decisionale dell’apertura di un’attività commerciale, ma deve essere una metodologia consolidata nelle quotidiane procedure dell’azienda.
Conoscere il proprio mercato, le dinamiche della città, del quartiere nel quale si opera è oggi alla portata anche delle micro imprese.
Le informazioni sulla propria clientela, sulle abitudini di spesa, sono all’interno del software gestionale di fatturazione e magazzino.
In molti casi questi dati andrebbero sincronizzati con software di CRM, sempre più indispensabili, che registrano i dati delle campagne di marketing pubblicitario.
Avere la possibilità di analizzare questi dati sarebbe sicuramente un passo in avanti deciso verso l’ammodernamento dell’attuale classe dei piccoli imprenditori italiani che segue invece, ancora, un orientamento di tipo tradizionale e che raramente utilizza informazioni di questo tipo nei processi decisionali.
Da ciò deriva la mancanza di una cultura gestionale e la limitata o mancata conoscenza dell’esistenza di dati e degli strumenti specifici per analizzarli.
La mancanza di questo tipo di cultura imprenditoriale impedisce poi l’analisi dei dati digitali, quelli per capirci che provengono dalle attività di marketing on line, dai social network, che rappresentano spesso l’unica forma di presenza e visibilità a basso costo per le piccole aziende commerciali.
Lasciando da parte per un momento il concetto che comunque c’è sempre bisogno di un’attenta analisi di marketing prima di approntare qualsiasi attività di visibilità on line, la domanda spontanea è: che cosa se ne fanno gli imprenditori dei “Mi Piace” o delle recensioni lasciate su prodotti e servizi della loro azienda?
Nella maggior parte dei casi questi dati che permetterebbero di avere specifiche informazioni sull’andamento dei prodotti e dei servizi, di acquisisre in tempo reale dati relativi al mercato e anche di realizzare campagne pubblicitarie e promozionali di migliore impatto, restano, malinconicamente sulle pagine web di derivazione.
Il “fai da te” e il proliferare di consulenti di webmarketing impreparati o peggio ancora improvvisati completa il quadro.
I big data non diranno mai ad un imprenditore cosa deve fare, ma rappresentano una fonte importantissima di informazioni che anche le piccole aziende possono sfruttare per prendere decisioni, per definire strategie con margini di errore più bassi e per ottenere performance efficaci.
Gli strumenti ci sono, i buoni consulenti anche.
Bisogna mettere insieme queste componenti per migliorare il “fiuto imprenditoriale” dei commercianti italiani.
Kynetic, da sempre, mette a disposizione degli imprenditori commerciali, strumenti software e soluzioni di digital marketing, racchiusi nel pacchetto Farecommercio, per affrontare al meglio il proprio mercato di riferimento.