Cosa ne pensa il Garante della Privacy dello spam verso gli indirizzi email reperiti sui social network?
Tutti abbiamo ricevuto almeno una volta delle email promozionali indesiderate, alcuni di noi ne ricevono moltissime e la cosa non è affatto simpatica. Spesso gli indirizzi email bersaglio di spam vengono estratti tramite appositi programmi, tra quelli che noi stessi inseriamo sui social network.
La cosa è capitata anche ad una società di consulenza finanziaria che, lamentando l’invio di numerose email promozionali alle caselle di posta elettronica dei suoi promotori, ha chiesto l’intervento del Garante della Privacy.
Dagli accertamenti svolti dall’Autorità per la Privacy in collaborazione con il Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza, è emerso che la società che gestiva la mailing list, negli ultimi due anni ha inviato circa 100.000 email pubblicitarie, raccogliendo gli indirizzi email, oltre che con altre modalità, anche attraverso l’instaurazione di rapporti su Linkedin e Facebook o «pescando» contatti sui social.
Ebbene, l’opinione del Garante, in conformità con quanto sostenuta anche dalle Autorità per la Privacy europee, è che per inviare proposte commerciali è sempre necessario il consenso dei destinatari. Dunque Garante e Guardia di Finanza hanno comminato una sanzione amministrativa alla società in questione, vietando l’ulteriore trattamento degli indirizzi email i cui titolari non hanno espresso esplicitamente il consenso all’invio di materiale pubblicitario.
Il Garante della Privacy ha espressamente sostenuto che, se un indirizzo email è presente su un social network, non significa che possa essere utilizzato liberamente per qualsiasi scopo, dato che le funzioni dei social in questione (LinkedIn e facebbok) sono preordinate alla condivisione di informazioni e allo sviluppo di contatti professionali, e non alla commercializzazione di prodotti e servizi. I dati reperiti sui social network e, più in generale, presenti on line, non possono essere utilizzati liberamente, ha spiegato il Garante.